martedì 7 ottobre 2014

Alcuni "fantasiosi" segni degli ultimi tempi



Quest’oggi vorrei proporre all’attenzione dei lettori una pagina di un ottimo romanzo cattolico che sto leggendo in questi giorni, "Il Nemico" di Michael D. O'Brian. È un romanzo di ambientazione apocalittica che i più di voi sicuramente conosceranno già. L’autore descrive, con un’immaginazione davvero “fervida”, quelli che secondo lui saranno “gli ultimi tempi”.
Non voglio rovinarne la lettura a chi ancora non l’abbia letto, ma devo dire almeno che il protagonista è un sacerdote carmelitano israeliano, P. Elia, uomo molto spirituale, cui è affidata dal Papa in persona una missione di vitale importanza.
Il Papa, ultimo baluardo della retta dottrina e della verità, è attaccato dall’interno e dall’esterno della stessa Chiesa. L’autore scrive nel 1996.

“Elia si sentiva riposato interiormente, e la sua salute fisica migliorava. Ogni giorno faceva lunghe passeggiate nelle zone più belle della città e andava spesso in San Pietro a pregare sulla tomba del pescatore dalla Galilea.
Per il Pescatore della sua generazione, tuttavia, le cose non stavano andando bene.
La stampa laica era piena di speculazioni sul "Papa attuale", come lo chiamavano loro. La professionalità dei suoi giornalisti veniva confermata da un florilegio di editoriali e di articoli scritti in modo accurato, sotto i quali stava crescendo il disprezzo per il pontefice "lontano", che stava invecchiando. Correva voce, annunciavano, che stesse per dimettersi. Fonti affidabili del Vaticano, dicevano ancora, avevano confermato che stava perdendo alcune delle sue facoltà mentali. Si poteva consentire che un uomo nelle sue condizioni, un uomo, in fondo, non importa quanto grande in passato, rimanesse abbarbicato a un incarico così importante? Aveva passato da tempo l'età della pensione e nella "nuova chiesa" (con la c minuscola) non era ragionevole ipotizzare che anche il vescovo di Roma si assoggettasse alle stesse leggi che imponeva ai suoi fratelli vescovi? Molti buoni amministratori erano stati rimossi dal loro incarico al raggiungimento dei 75 anni; era ovvio che fossero stati allontanati per direttissima in base a un tecnicismo del diritto canonico, semplicemente perché non erano d'accordo con le prese di posizione del Papa. Non era l'ultimo di una gerarchia in via di estinzione, un autocrate che governava alla vecchia maniera, ormai incapace di "favorire" il progresso che i padri conciliari avevano avviato?
La stampa cattolica progressista non era meglio. In effetti, guidava il branco dei critici. Stranamente, i giornali cattolici eretici sembravano sempre più moderati nel tono. Dicevano le stesse cose sconcertanti che avevano sempre detto, ma si esprimevano in termini più sfumati del solito. Erano diventati modelli di equilibrio. Il numero dei loro abbonati cresceva costantemente. La gente cominciava a considerarli nuovi moderati; per lo stesso motivo, i veri moderati erano ora considerati ultraconservatori, e i conservatori dei sociopatici.
Durante il decennio precedente, numerosi giornali cattolici fra i più equilibrati erano stati affidati a nuovi direttori. I vescovi, spaventati dall'aggressività dei dissidenti nelle loro diocesi, e ancora più preoccupati di essere condannati come preconciliari, avevano fatto alcune concessioni. Uno dopo l'altro, avevano affidato gli organi di informazione di opinione cattolici a direttori gradevoli, eloquenti, che si sentivano a disagio con le concezioni della Chiesa cattolica romana, ma si davano un gran da fare per mascherarlo”.

(Michael D. O’Brian, Il Nemico, 1996)

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