Un dato di fatto
su cui credo tutti convengano è che internet è indubbiamente un mezzo che offre
sterminate possibilità ma praticamente altrettante insidie, soprattutto quando
vi si naviga con le idee poco chiare di quel che si intende fare, lasciandosi
trasportare dal vento delle proprie curiosità momentanee. Mi sembra che si
trattasse proprio di uno di quei giorni in cui, avendo un po’ di tempo da
perdere, è più facile abbandonarsi alla corrente. Si comincia da uno o due siti
che si frequentano abitualmente, attendere che si accenda una lampadina e poi
andare ad approfondire. Accadde più o meno così, che mi imbattei nell’ottimo e
succulento scambio epistolare di Mons. Livi con il Rag. Enzo Bianchi, noto
opinionista di materie religiose.
Incuriosito da tal figura che, lo confesso, conoscevo
e conosco ben poco, decisi di perdere un po’ di tempo per curiosare nel sito
dell’associazione ch’egli presiede: la comunità di Bose. Così, sorvolando le
varie sezioni e spiluccando in po’ qua e un po’ là, finii a sbattere non so
come in una omelia (sic) che il Rag. Bianchi avrebbe pronunciato ai funerali di
un certo Sig. Tommaso Padoa Schioppa, pensate un po’, proprio in quella chiesa
intitolata a Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, di cui abbiamo già parlato
qui. Sebbene il nome del caro estinto mi fosse in qualche modo familiare non riuscivo tuttavia ad inquadrarlo, essendo quasi
totalmente ignorante in fatto di politica, aprii un’altra finestra del browser
e, seduta stante, feci una ricerca su google. Appresi che trattavasi di un gran
personaggio dell’economia e della politica.
Per la sua biografia completa che
vale la pena leggere rimando i gentili lettori a Wikipedia. Qui vorrei sommessamente
limitarmi ad evidenziarne alcuni tratti, ma il compito è davvero improbo,
poiché il nostro era un personaggio dei “piani altissimi”, così alti da far
girare la testa a chi si muove rasoterra come il sottoscritto. Mi proverò
tuttavia ad esser conciso: nato da famiglia di origine ebraica (sia da parte
paterna che materna), dal 1979 al 1983 è stato Direttore generale per
l'Economia e la Finanza della Commissione Europea (periodo di lancio del
Sistema Monetario Europeo), dal 1984 al 1997 Vicedirettore della Banca d’Italia,
dal 1998 al 2006 ha fatto parte del Comitato esecutivo della Banca Centrale
Europea, dal 2006 al 2008 ministro dell’Economia sotto il governo Prodi (tempo
in cui fu nominato anche presidente del Comitato monetario e finanziario
internazionale del Fondo Monetario Internazionale) e, nell’agosto 2010 è stato
uno dei due consiglieri economici del primo ministro greco Papandreu.
A questo
curriculum più che principesco, aggiungiamo en
passant che dal 2000 al 2010, con l’eccezione del biennio 2003 e 2004, ha
fatto parte costante del gruppo Bildelberg. Per inquadrare il nostro
personaggio, trovo interessante offrire ai lettori due punti di vista di persone di parti diverse: quello di Marcello Foa (editorialista de Il Giornale) che scrive
all’indomani della morte, e quello del Sen. Fernando Rossi (Verdi –PRC)
espresso sul suo blog all’indomani della nomina di Padoa Schioppa a consigliere
del primo ministro greco, consiglio vivamente di leggere almeno il secondo.
Bene, giunti a
questo punto possiamo dire che nessuno può sorprendersi se ai funerali di un
grande economista di origini ebraiche, tenuti in una grande basilica cattolica
da noi già conosciuta per la statua dell'angelo della luce (lucifero) posta all'ingresso, sia stato chiamato a tenere l’elogio funebre un
ragioniere, appunto il sig. Bianchi.
Questo ci conferma nella convinzione dell’ottima scelta del Santo Padre nell’averlo ultimamente nominato consultore del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso: non c’è che dire, quando il ragionier Bianchi non delega il dialogo ai suoi avvocati, egli con le parole davvero si dimostra costruttore di ponti fra distanti, piccolo architetto di relazioni (ci si passi il termine) e intessitore di meraviglie letterario-religiose, come l'elogio funebre in oggetto, che pensavo di riproporre ai lettori al momento di scrivere questo post...ma con grande sorpresa, andando sul sito www.monasterodibose.it ho potuto notare che in un restyling generale, questo testo è sparito, volatilizzato. Rimane tuttavia il bel comunicato della comunità alla notizia del decesso del fratel Padoa Schioppa che merita sicuramente una lettura. Non so se il webmaster abbia notato di aver perso quest’importante testo, tuttavia, grazie a Dio esiste WaybackMachine che è una macchina del tempo virtuale e permette di navigare “nella storia” dei siti internet. Dunque, per chi fosse interessato, proprio lì ho trovato finalmente il decantato elogio funebre, che tuttavia ovunque vien chiamato erroneamente “omelia” non essendo il Rag. Enzo Bianchi sacerdote ma semplice monaco o piuttosto "fratello", com'egli stesso ama farsi chiamare...ma non stiamo a guardare il capello.
Questo ci conferma nella convinzione dell’ottima scelta del Santo Padre nell’averlo ultimamente nominato consultore del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso: non c’è che dire, quando il ragionier Bianchi non delega il dialogo ai suoi avvocati, egli con le parole davvero si dimostra costruttore di ponti fra distanti, piccolo architetto di relazioni (ci si passi il termine) e intessitore di meraviglie letterario-religiose, come l'elogio funebre in oggetto, che pensavo di riproporre ai lettori al momento di scrivere questo post...ma con grande sorpresa, andando sul sito www.monasterodibose.it ho potuto notare che in un restyling generale, questo testo è sparito, volatilizzato. Rimane tuttavia il bel comunicato della comunità alla notizia del decesso del fratel Padoa Schioppa che merita sicuramente una lettura. Non so se il webmaster abbia notato di aver perso quest’importante testo, tuttavia, grazie a Dio esiste WaybackMachine che è una macchina del tempo virtuale e permette di navigare “nella storia” dei siti internet. Dunque, per chi fosse interessato, proprio lì ho trovato finalmente il decantato elogio funebre, che tuttavia ovunque vien chiamato erroneamente “omelia” non essendo il Rag. Enzo Bianchi sacerdote ma semplice monaco o piuttosto "fratello", com'egli stesso ama farsi chiamare...ma non stiamo a guardare il capello.
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